Le grandi soddisfazioni nascono dal sacrificio,dall'impegno e dal coraggio, sono ingredienti che miscelati insieme come fosse una ricetta alchemica fanno quasi sempre raggiungere obiettivi importanti,
ebbene ieri a Sesto S. Giovanni nella riunione mista organizzata della federazione WFC, la nostra società sportiva ha usufruito al meglio di tutti questi valori, raggiungendo un quarto posto assoluto nella classifica per società ,su circa 50 squadre presenti all'evento, un risultato di prestigio che premia il duro lavoro e le fatiche profuse in palestra da tecnici e atleti!!
L'A.S.D. Molonlabe-Stadera è scesa sul Tatami con 10 atleti dei quali ben 6 debuttanti che hanno contribuito in modo positivo al raggiungimento del risultato con ben 10 vittorie 1pareggio e 4 sconfitte
quindi un grazie ai debuttanti:
Ricky Matii, David Forino,Marco Bavuso,Luca Mendini, Jacopo Gallo e Gianluca Okkino
ed ai "veterani"
Luca ,Ilaria,Cecco e jackson
un ringraziamento al mitico maestro Som che ci accompagna sempre con la sua competenza,simpatia e passione.
molonlabe staff
lunedì 22 novembre 2010
Soddisfazioni
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sabato 18 settembre 2010
Muay thai fighter
tradotto da wikipedia
Senchai Sor Kingstar
Nato nel luglio del 1980 è un thai boxer professionista, coimbattente caratterizzato da un'ottima visione del ring e da una straordinaria velocità nel portare i colpi.
Vincendo tre titoli al “lumpini “ in tre categorie di peso diverse, viene cosiderato di diritto uno dei migliori Muay Thai fighters pound per pound al mondo,infatti molto spesso per incontrare avversari del suo livello è costretto a salire di categoria regalando kg agli avversari.
Inizia la muay thai ad 8 anni e debutta sul ring appena una settimana dopo vincendo ai punti.
A 14 anni si trasferisce a bankok per combattere nel famoso stadio di lumpini dove l’anno dopo vince il titolo nei pesi supermosca ed a 18 anni nei pesi gallo
Dopo una lunga carriera che lo porta ad un record personale di 230 vittorie 53 sconfitte e due pareggi nel 2010 vince il titolo mondiale dei pesi leggeri a los angeles sconfiggendo l'avversario per ko al primo round.
Palmares:
- 2010 toyota cup championship
- Current MTAA World Leggeri champion
- Lumpinee Stadium Super Piuma (130 lbs / 59 kg) champion
- Lumpinee Stadium Pesi Gallo (118 lbs / 53 kg) champion
- Lumpinee Stadium Super Mosca(115 lbs / 52 kg) champion
- 1999 Sports Writers of Thailand Fighter dell'anno
- 2008 Sports Writers of Thailand Fighter dell'anno
domenica 12 settembre 2010
IL VALORE EDUCATIVO DELLO SPORT
Tante persone si chiedono perché dedicare una parte del loro tempo a frequentare una palestra per praticare uno sport o una disciplina ? Perché siamo convinti che lo sport abbia un valore educativo grandissimo, che si basa su quattro elementi fondamentali:
1) LA CULTURA DELL’IMPEGNO
Un elemento fondamentale dello sport, dal punto di vista formativo, è la cultura dell’impegno. Oggi c’è una tendenza a voler cancellare completamente la parola “sforzo” dalla nostra vita.
Tutto dovrebbe essere facile. Si cercano ovunque scorciatoie per raggiungere qualche obiettivo. Pensiamo, ad esempio, a ciò che sta accadendo in una parte del mondo della televisione. Si è diffusa la convinzione che, per lavorare nello spettacolo, sia sufficiente partecipare a un “reality show”, senza studiare seriamente ballo, canto o recitazione.
La cultura dello sport può rappresentare una valida alternativa alla non-cultura del “Voglio tutto e subito, senza sforzarmi”.
Nello sport l’impegno è fondamentale. Per arrivare al traguardo, sono necessari tanto sudore e tanto allenamento. Per questa ragione è importante educare i giovani allo spirito di sacrificio, che può essere trasmesso anche nella vita quotidiana.
Nello sport l’impegno è fondamentale. Per arrivare al traguardo, sono necessari tanto sudore e tanto allenamento. Per questa ragione è importante educare i giovani allo spirito di sacrificio, che può essere trasmesso anche nella vita quotidiana.
2) L’INCONTRO CON GLI ALTRI
Un secondo aspetto educativo sta nella cultura dell’incontro con gli altri. Oggi, purtroppo, sembra scomparire l’antica cultura del cortile e della piazza, luoghi all’aperto in cui i bambini praticavano tradizionali giochi di gruppo, allegri e creativi (come, ad esempio, una simpatica partita di calcio tra amici).
Questi giochi e sport all’aperto erano parentesi di svago positive, in cui si stava insieme e ci si confrontava l’uno con l’altro. Non rappresentavano soltanto un’occasione di divertimento, ma soprattutto momenti educativi in cui ci si abituava ad agire con correttezza e a rispettare l’avversario.
Oggi, purtroppo, il tempo libero viene utilizzato in modo sempre più solitario e individualista. Per molti giovani, il migliore amico è il computer.
Il computer è sicuramente uno strumento utile, da non demonizzare. Ma ci vuole un giusto equilibrio in tutte le cose. A volte, sono troppe le ore che i ragazzi trascorrono davanti alla freddezza di uno schermo, tra videogiochi, navigazioni su Internet e conversazioni virtuali nelle chat. Un uso esagerato delle “piazze virtuali” (al posto delle piazze vere) rischia di generare un rapporto falsato con la realtà ed un ritardo nella costruzione di autentiche relazioni.
Lo sport è bello perché abitua ad un vero, sincero e genuino contatto con gli altri. In un mondo spesso dominato dagli incontri virtuali, può aiutare a costruire una migliore cultura del rispetto e dell’amicizia.
3) LA GIOIA ANCHE DI ARRIVARE ULTIMI
Oggi lo sport muove un tale giro di interessi che l’atleta, fin da bambino, si ritrova ad essere al centro di meccanismi inaccettabili. L’imperativo non è più partecipare, ma vincere ad ogni costo.
Particolarmente soffocante è il clima che si è venuto a creare in alcuni ambienti del mondo del calcio (soltanto alcuni, fortunatamente). Un tempo i bambini frequentavano le loro prime squadre con allegria e serenità, per il semplice piacere di stare insieme e giocare una partita.
Oggi non è più così. I piccoli calciatori, dal giorno in cui tirano i primi calci al pallone, hanno già tutti gli occhi puntati addosso. Vivono un’atmosfera di pressione terribile, soprattutto se qualcuno comincia a intravedere la possibilità della nascita di qualche “campioncino”.
Gli allenatori, prima ancora di essere allenatori in campo, dovrebbero esserlo nella vita. Ma, purtroppo, alcuni di loro rischiano di cadere nell’errore di trasmettere agli allievi una mentalità cinica ed arrivista: dai trucchi per ingannare l’arbitro a quelli per innervosire l’avversario.
Non meravigliamoci, poi, se esistono fenomeni tristi come quello del doping. Certe derive sono proprio figlie di questa mentalità scorretta ed anti-sportiva.
È giunto il momento di fare un passo indietro e riuscire a ritrovare il significato più autentico dello sport, come momento di incontro, di dialogo, di respiro gioioso e libero. I giovani hanno il diritto di praticare lo sport serenamente, senza pressioni e senza l’obbligo di diventare campioni ad ogni costo. Hanno il diritto di arrivare ultimi, con gioia, sapendo di aver giocato la loro partita in modo leale e rispettoso dell’avversario.
4) IL RISPETTO DELLE REGOLE
Lo sport può avere una funzione educativa importante per i ragazzi, abituandoli a rispettare regole e comportamenti precisi. In alcune situazioni del mondo di oggi sembra trionfare la libertà di fare tutto senza pensare troppo agli altri. Pensiamo, ad esempio, ad alcuni episodi di bullismo, di violenza e di vandalismo che hanno riempito le pagine dei giornali.
Certi episodi, ovviamente, non rappresentano lo specchio della gioventù di oggi (che è certamente migliore) ma devono ugualmente farci riflettere. Se i giovani non vengono educati al rispetto delle regole rischiano di finire... in fuori gioco.
Lo sport, con le sue regole, può rappresentare una grande opportunità formativa per i giovani. Li può aiutare a costruire una sana cultura della convivenza e del rispetto degli altri, all’insegna di quella sana cultura del limite che dovrebbe essere alla base di ogni civiltà.
un ringraziamento agli “sportivi” del Mater Ecclesiae
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giovedì 9 settembre 2010
Perchè Molonlabe?
Due parole piccole,con queste due parole,furono verbalizzati due concetti che hanno vissuto per quasi due millenni e mezzo.
Indicano e caratterizzano il cuore del guerriero e lo spirito indomabile dell’umanita.
Dal Greco antico sono la risposta del Generale-Re spartano Leonidas a Serse, l’imperatore persiano che venne con oltre 600.000 soldati,tra i piu feroci al mondo per conquistare ed invadere la piccola Grecia,allora centro di nascita della civiltà come la conosciamo.
Quando Serse si offri di risparmiare la vita delle 300 guardie personali di Leonidas e di una manciata di Tebani ed altri che si offrirono volontariamente per difendere il loro paese ed i loro cari,in cambio della deposizione delle armi, Leonidas pronunciò queste parole: Molon Labe (Mo-lone Lah-veh) Significano “venite a prenderle!”
Queste parole vivono ancora oggi come la citazione piu notevole della storia militare. E’ così cominciato l’esempio classico di coraggio e di valore ,in cui il cuore e lo spirito degli uomini hanno superato difficoltà e disparità all’apparenza insormontabili. !!
Oggi, vi è una targa dedicata a questi eroi che recita: “andate viaggiatori,a dire agli spartani,che siamo qui,obbedienti alle loro leggi”.
Noi abbiamo adottato queste due piccole parole, è il nostro grido di battaglia che urliamo contro la tirannia e l’oppressione, è la nostra determinazione a non “colpire” per primi ma anche a non tacere e rimanere immobili davanti alle ingiustizie ed a chi vorrebbe sottometterci e privarci della nostra fierezza!!!
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